Beginners' Guide (Italiano)
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Questa pagina servirà da guida nel processo di installazione di Arch Linux utilizzando gli Arch Install Scripts. Prima di procedere, si consiglia di leggere velocemente le FAQ.
Il wiki di Arch, mantenuto dalla comunità, è la risorsa primaria che deve essere consultato in caso di problemi. Sono disponibili anche dei canali IRC Channel (per la comunità italiana: irc://irc.azzurra.org/archlinux o irc://irc.freenode.net/#archlinux.it, mentre per il supporto internazionale: irc://irc.freenode.net/#archlinux), ed il forum italiano o internazionale, che sono eccellenti risorse, nel caso la risposta non possa essere trovata altrove. Seguendo il metodo Arch, si consiglia di digitare man comando
per leggere la pagina man
pagina di un qualsiasi comando che non si conosce.
Contents
- 1 Preparazione
-
2 Installazione
- 2.1 Cambiare la mappatura della tastiera
- 2.2 Stabilire una connessione di rete
- 2.3 Preparare l'unità di archiviazione
- 2.4 Montare le partizioni
- 2.5 Selezionare un mirror
- 2.6 Installare il sistema base
- 2.7 Generare il file fstab
- 2.8 Effettuare Chroot e configurare il sistema di base
- 2.9 Configurare la rete
- 2.10 Creare un ambiente iniziale ramdisk
- 2.11 Impostare la password di Root
- 2.12 Installare e configurare un bootloader
- 2.13 Smontare le partizioni montate
- 3 Post-Installazione
- 4 Appendice
Preparazione
Requisiti di Sistema
Arch Linux dovrebbe funzionare su qualsiasi macchina i686 compatibile e con un minimo di 64 MB di RAM. Una installazione di base con tutti i pacchetti dal gruppo base dovrebbe prendere circa 500 MB di spazio su disco. Se si lavora con spazio limitato, questo può essere tagliato in modo considerevole, ma dovrete sapere cosa si sta facendo.
Preparare il supporto di installazione più recente
L'ultima versione del supporto di installazione può essere ottenuta dalla pagina di download. Si noti che la singola immagine ISO supporta entrambe le architetture a 32 e 64 bit. É altamente raccomandato di utilizzare sempre l'ultima immagine ISO rilasciata.
- Le immagini da installare sono firmate, e si consiglia vivamente di verificare la loro firma prima dell'uso. Scaricare il file di firma .sig dalla pagina di download (o uno dei mirror elencati qui ) per la stessa directory del file .iso. Su Arch Linux , usare
pacman-key -v iso-file.sig
da root; in altri ambienti usufruire , sempre come root , di gpg2 direttamente congpg2 --verify iso-file.sig
. Sono inoltre riportate le integrità checksum del file MD5 e SHA1.
- Masterizzare l'immagine ISO su un CD o DVD tramite il vostro software preferito. Su Arch questo può essere fatto seguendo Optical_Disc_Drive_(Italiano)#Masterizzare
- In alternativa potete scrivere l'immagine ISO su un supporto USB. Si veda Installare da supporto USB per maggiori informazioni.
Installazione tramite Rete
Invece di scrivere i supporti di avvio di un'unità ottica o USB, è possibile, in alternativa, avviare un'immagine ISO in rete. Questo funziona bene quando si dispone già di un server configurato. Si prega di consultare l'articolo PXE per ulteriori informazioni e quindi continuare l'avvio di avviare il supporto di installazione di Arch Linux.
Installazione da un sistema Linux esistente
In alternativa, è possibile installare da un sistema Linux già in esecuzione. Vedere Install from Existing Linux (Italiano).
Installazione su Macchina Virtuale
L'installazione su una macchina virtuale è un buon modo per familiarizzare con Arch Linux e la sua procedura di installazione senza lasciare il sistema operativo corrente e ripartizionare il disco rigido. E vi permetterà anche di mantenere questa Guida per Principianti aperta nel vostro browser per tutta l'installazione. Alcuni utenti potrebbero trovare vantaggioso avere un autonomo sistema Arch Linux su un drive virtuale a scopo di test.
Esempi di software di virtualizzazione sono VirtualBox, VMware, QEMU, Xen, Parallels.
La procedura esatta per la preparazione di una macchina virtuale dipende dal software, ma generalmente attenersi alla seguente procedura:
- Creare l'immagine disco virtuale che ospiterà il sistema operativo.
- Configurare correttamente i parametri della macchina virtuale.
- Avviare l'Immagine ISO scaricata con un drive CD virtuale.
- Continuare con Avviare il supporto di installazione di Arch Linux.
Gli articoli seguenti possono risultare utili:
- Arch Linux come guest VirtualBox
- Arch Linux come guest di VirtualBox in un disco fisico
- Arch Linux come guest VMware
- Spostamento di un'installazione esistente in una macchina virtuale (o viceversa)
Avviare il supporto di installazione
La maggior parte dei sistemi moderni permettono di selezionare il dispositivo di avvio durante la fase di POST, di solito premendo il tasto F12
mentre la schermata iniziale del BIOS è visibile. Selezionare il dispositivo che contiene l'ISO si Arch Linux. In alternativa, bisogna cambiare l'ordine di avvio dalle impostazioni del BIOS. Premere un tasto (generalmente Canc
, oppure F1
,F2
,F11
o F12
) durante la fase POST di accensione. Questo vi porterà nella schermata delle impostazioni del BIOS in cui è possibile impostare l'ordine in cui il sistema ricerca i dispositivi di boot. Impostare il dispositivo che contiene l'ISO di ArchLinux come primo dispositivo di avvio.Una volta eseguita tale operazione selezionare "Save & Exit" (o equivalente nel BIOS) e il computer dovrebbe quindi completare il suo normale processo di avvio.
Quando apparirà il menù di Arch, selezionare "Boot Arch Linux" e premere enter
per avviare l'ambiente live dove verrà eseguita l'installazione vera e propria (se state avviando tramite il supporto in modalità UEFI, l'opzione di avio dovrebbe essere qualcosa di simile :"Arch Linux archiso x86_64 UEFI").
Una volta avviato l'ambiente live, la shell è Zsh, questo vi offre completamento avanzato col tasto Tab, e altre caratteristiche come parte della configurazione grml.
Controllare se il supporto di installazione si avvia in modalità UEFI
Nel caso abbiate una scheda madre UEFI e la modalità di avvio UEFI è attiva (ed è preferibile rispetto alla modalità BIOS/Legacy), il CD/USB lancerà automaticamente il kernel Arch Linux (Kernel EFISTUB tramite il Boot Manager Gummiboot). Per verificare se si è effettuato l'avvio in modalità UEFI controllare che la directory /sys/firmware/efi/
sia stata creata eseguire:
# mount -t efivarfs efivarfs /sys/firmware/efi/efivars # ignorare se già montati # efivar -l
Se efivar elenca le variabili UEFI correttamente, allora il boot in modalità UEFI è stato eseguito correttamente. Altrimenti controllare tutti che i requisiti elencati in Unified Extensible Firmware Interface#Requirements for UEFI Variables support to work properly siano soddisfatti.
Risoluzione dei problemi di avvio
- Se siete in possesso di una scheda grafica Intel e lo schermo rimane vuoto durante il processo di boot, il problema è dovuto probabilmente all'impostazione in modalità Kernel Mode Setting. Una possibile soluzione è quella di riavviare e premere il tasto
e
sulla voce che si sta tentando di eseguire all'avvio ( i686 o x86_64 ). Inserire alla fine della stringa delle opzioni del kernelnomodeset
e premereInvio
. In alternativa aggiungerevideo=SVIDEO-1:d
, che dovrebbe permettere di poter funzionare senza disattivare il kernel mode setting (KMS). Si può anche provarei915.modeset=0
. Consultare l'articolo Intel per ulteriori informazioni.
- Se lo schermo non si spegne ed il processo di avvio si blocca durante il tentativo di caricare il kernel, riavviare e premere
Tab
sulla voce che si sta tentando di eseguire all'avvio, ed inserire alla fine della stringa delle opzioni del kernelacpi=off
e premereInvio
.
Installazione
Vi verrà visualizzato un prompt in una shell e sarete loggati automaticamente come root. Per la modifica dei file di testo si consiglia l'editor da console nano. Se non si ha familiarità con esso, vedere Utilizzo di Nano
Cambiare la mappatura della tastiera
Per impostazione predefinita, il layout della tastiera è impostato su us
. Se non avete una tastiera americana US è possibile cambiare il layout eseguendo:
# loadkeys layout
Dove layout corrisponde al vostro tipo di tastiera, come it
, uk
, dvorak
, be-latin1
, etc. Si veda |qui per un elenco completo dei codici internazionali a due lettere. Utilizzare il comando localectl list-keymaps
per una lista delle mappature disponibili.
Il tipo di carattere deve essere cambiato, perché la maggior parte delle lingue usa più glifi rispetto alle 26 lettere dell'alfabeto inglese. In caso contrario, alcuni caratteri stranieri possono apparire come quadrati bianchi o altri simboli . Si noti che il nome è case-sensitive, quindi digitarlo esattamente come lo vedete:
# setfont Lat2-Terminus16
Per impostazione predefinita, la lingua è impostata su Inglese (US). Se si desidera cambiare la lingua per il processo di installazione (Italiano, in questo esempio), rimuovere il simbolo #
davanti al locale che si desidera nel file /etc/locale.gen
, insieme con l'inglese (US). Si prega di scegliere la voce UTF-8
.
# nano /etc/locale.gen
en_US.UTF-8 UTF-8 it_IT.UTF-8 UTF-8
# locale-gen # echo "LANG=it_IT.UTF-8" > /etc/locale.conf
Stabilire una connessione di rete
Il demone dhcpcd
della rete viene avviato automaticamente durante la fase boot e tenterà di avviare una connessione cablata, se disponibile. Provare a eseguire il ping di un sito web per vedere se ha avuto successo. E dal momento che Google è sempre attivo ...
# ping -c 3 www.google.com
PING www.l.google.com (74.125.132.105) 56(84) bytes of data. 64 bytes from wb-in-f105.1e100.net (74.125.132.105): icmp_req=1 ttl=50 time=17.0 ms 64 bytes from wb-in-f105.1e100.net (74.125.132.105): icmp_req=2 ttl=50 time=18.2 ms 64 bytes from wb-in-f105.1e100.net (74.125.132.105): icmp_req=3 ttl=50 time=16.6 ms --- www.l.google.com ping statistics --- 3 packets transmitted, 3 received, 0% packet loss, time 2003ms rtt min/avg/max/mdev = 16.660/17.320/18.254/0.678 ms
Se si ottiene un errore ping: unknown host
, per prima cosa verificare se c'è qualche problema con il cavo, o se controllare la potenza del segnale wireless, altrimenti configurare la rete manualmente, come spiegato in seguito. Quando la connessione viene stabilita si continui con il paragrafo Preparare l'unità di archiviazione.
Wired
Seguire questa procedura se si necessita di impostare una connessione cablata tramite un indirizzo IP statico.
Per prima cosa disattivare il servizio dhcpcd che è stato avviato automaticamente al boot:
# systemctl stop dhcpcd.service
Poi si identifichi il nome della propria interfaccia ethernet.
# ip link
1: lo: <LOOPBACK,UP,LOWER_UP> mtu 65536 qdisc noqueue state UNKNOWN mode DEFAULT link/loopback 00:00:00:00:00:00 brd 00:00:00:00:00:00 2: enp2s0f0: <BROADCAST,MULTICAST> mtu 1500 qdisc noop state DOWN mode DEFAULT qlen 1000 link/ether 00:11:25:31:69:20 brd ff:ff:ff:ff:ff:ff 3: wlp3s0: <BROADCAST,MULTICAST,UP,LOWER_UP> mtu 1500 qdisc mq state UP mode DORMANT qlen 1000 link/ether 01:02:03:04:05:06 brd ff:ff:ff:ff:ff:ff
In questo esempio l'interfaccia Ethernet è denominata enp2s0f0
. Se non siete sicuri, è probabile che le proprie interfacce Ethernet iniziano con la lettera "e", è improbabile che inizino con la lettera "lo" o con la lettera "w".
È inoltre necessario conoscere le seguenti impostazioni:
- Indirizzo IP statico
- Subnet mask
- Indirizzo IP del Gateway
- Nome indirizzi IP del server (DNS)
- Nome di dominio (se non si tratta di una LAN locale, nel qual caso si può mettere up).
Attivare la connessione all'interfaccia Ethernet (es. enp2s0f0
):
# ip link set enp2s0f0 up
Aggiungere l'indirizzo:
# ip addr add Indirizzo IP/mask_bits dev nome_interfaccia
Ad esempio:
# ip addr add 192.168.1.2/24 dev enp2s0f0
Per maggiori opzioni, eseguire man ip
Allo stesso modo aggiungere il vostro gateway, sostituendo <Indirizzo IP> col l'indirizzo IP del vostro gateway.:
# ip route add default via Indirizzo IP
Ad esempio:
# ip route add default via 192.168.1.1
Modificare il file /etc/resolv.conf
immettendo il vostro nome di indirizzi IP del server (DNS) e il vostro nome di dominio:
# nano /etc/resolv.conf
nameserver 61.23.173.5 nameserver 61.95.849.8 search example.com
Ora si dovrebbe avere una connessione di rete funzionante . In caso contrario, controllare in dettaglio la pagina Configurazione della Rete.
Wireless
Seguire la seguente procedura si necessita di una connessione wireless (WiFi) durante l'installazione.
Per prima cosa bisogna identificare la propria interfaccia wireless:
# iw dev
phy#0 Interface wlp3s0 ifindex 3 wdev 0x1 addr 00:11:22:33:44:55 type managed
In questo esempio, wlp3s0
è l'interfaccia wireless disponibile. Se non siete sicuri, è probabile che la vostra interfaccia wireless inizi con la lettera " w", e improbabile che sia "lo" o che inizi con la lettera "e".
Accendere l'interfaccia con:
# ip link set wlp3s0 up
Per verificare che l'interfaccia è attiva , controllare l'output del seguente comando :
# ip link show wlp3s0
3: wlp3s0: <BROADCAST,MULTICAST,UP,LOWER_UP> mtu 1500 qdisc mq state DOWN mode DORMANT group default qlen 1000 link/ether 00:11:22:33:44:55 brd ff:ff:ff:ff:ff:ff
La voce UP
in <BROADCAST,MULTICAST,UP,LOWER_UP>
indica che l'interfaccia è attiva, non confonderla con la successiva voce state DOWN
.
Molti chipset wireless richiedono un firmware oltre al corrispondente driver. Il kernel cercherà di identificarlo e caricarlo automaticamente. Se si ottiene un output come SIOCSIFFLAGS: No such file or directory
, questo significa che è necessario caricare manualmente il firmware. Se non si è sicuri, eseguire dmesg
per interrogare il log del kernel per una richiesta di firmware da parte del chipset wireless. Ad esempio , se si dispone di un chipset Intel che necessita ed ha richiesto un firmware al kernel all'avvio.
# dmesg | grep firmware
firmware: requesting iwlwifi-5000-1.ucode
Se non vi è output, si può concludere che il chipset wireless del sistema non richiede firmware..
Successivamente utilizzare wifi-menu
fornito da netctl per connettersi ad una rete:
# wifi-menu wlp3s0
Ora si dovrebbe avere una connessione di rete funzionante. In caso contrario controllare la dettagliata pagina Wireless Setup.
In alternativa utilizzare iw dev wlp3s0 scan | grep SSID
per eseguire la scansione delle reti disponibili, e successivamente utilizzare connettersi ad una rete con:
# wpa_supplicant -B -i wlp3s0 -c <(wpa_passphrase "ssid" "psk")
È necessario sostituire l' ESSID con il nome della connessione di rete (ad esempio, "Linksys ecc .."), e "psk" con la propria password. Lasciare le virgolette attorno al nome di rete e la password.
Infine,si deve dare alla vostra interfaccia un indirizzo IP. Questo può essere impostato manualmente o mediante DHCP:
# dhcpcd wlp3s0
Se non dovesse funzionare, eseguire i seguenti comandi :
# echo 'ctrl_interface=DIR=/run/wpa_supplicant' > /etc/wpa_supplicant.conf # wpa_passphrase <ssid> <passphrase> >> /etc/wpa_supplicant.conf # ip link set <nome_interfaccia> up # Può non essere necessario, ma sempre meglio assicurarsi che sia attiva. # wpa_supplicant -B -D nl80211 -c /foobar.conf -i <nome_interfaccia> # dhcpcd -A <nome_interfaccia>
Modem analogici, ISDN o PPPoE DSL
Se si dispone di una connessione dial-up, o ISDN, consultare la pagina Direct Modem Connection.
Reti dietro un Server Proxy
Se si è dietro ad un server proxy, è necessario esportare le variabili di ambiente http_proxy
e ftp_proxy
. Si consulti il wiki Proxy settings per ulteriori informazioni.
Preparare l'unità di archiviazione
Scegliere un tipo di tabella delle partizioni
Si può scegliere tra GUID Partition Table (GPT) e Master Boot Record (MBR). GPT è più moderno e consigliato per le nuove installazioni.
- Se si desidera configurare un sistema in dual boot con Windows, questo deve essere preso in considerazione come spiegato in Scegliere tra GPT e MBR.
- Si raccomanda di usare sempre GPT per l'avvio UEFI, in quanto alcuni firmware UEFI non consentono il boot UEFI-MBR.
- Alcuni sistemi BIOS possono avere problemi con GPT. Si veda http://mjg59.dreamwidth.org/8035.html e http://rodsbooks.com/gdisk/bios.html per maggiori informazioni e possibili soluzioni.
Strumenti di partizionamento
Coloro che non hanno dimestichezza con tool a riga di comando, e i novizi, sono incoraggiati ad utilizzare uno strumento grafico di partizionamento. GParted è un buon esempio ed è disponibile con un CD "Live". Inoltre è anche incluso nei CD live della maggior parte dei distributioni Linux, come Ubuntu e Linux Mint. Un dispositivo deve prima di tutto essere partizionato, e successivamente le partizioni devono essere formattate con un file system.
Mentre gparted può essere più facile da usare, se si vuole solo creare un paio di partizioni su un nuovo disco è possibile ottenere il partizionamento rapidamente solo utilizzando una delle varianti a fdisk che sono inclusi nel supporto di installazione. Nella sezione successiva ci sono le istruzioni di utilizzo , sia per gdisk che per fdisk.
Schema di partizionamento
Si può decidere in quante partizioni il disco dovrebbe essere diviso, e a quale directory ogni partizione dovrebbe essere associata nel sistema. La mappatura delle partizioni di directory (spesso chiamati " punti di mount ") è lo schema di partizionamento. Il più semplice, e non è una cattiva scelta, è di fare un solo enorme partizione per /
. Un'altra scelta popolare è quello di avere una partizione sia per /
che per /home
.
Note relative al partizionamento:
- Se si dispone di una scheda madre UEFI è necessaria un'altra partizione per ospitare la partizione di sistema EFI.
- Se si dispone di una scheda madre BIOS (o si ha intenzione di avviare la macchina in modalità di compatibilità BIOS) e si desidera installare GRUB con partizionamento GPT, allora avete bisogno di creare una partizione extra (BIOS Boot Partition)) della grandezza di 1 o 2 MiB e come tipo
EF02
. Si veda. Syslinux non ne ha bisogno. - Se avete deciso di utilizzare un disco crittografato per il sistema stesso, ciò deve riflettersi nel vostro schema di partizione. Non è un problema aggiungere cartelle crittografate, contenitori o directory home, dopo che il sistema è stato installato.
- Se avete intenzione di utilizzare un qualsiasi filesystem di root diverso da ext4 (-3,-2), si dovrebbe verificare in primo luogo se GRUB lo supporta. Se non è supportato è necessario creare una partizione compatibile GRUB ( ad esempio ext4) e usarlo per la partizione di
/boot
.
Si veda Swap per i dettagli, se si desidera creare una partizione di swap o un file di swap . Un file di swap è più facile da ridimensionare di una partizione e può essere creato in qualsiasi momento dopo l'installazione , ma non può essere utilizzato con un filesystem Btrfs .
Considerazioni per un dualboot con Windows
Se si dispone di un'installazione esistente del sistema operativo, si prega di tenere presente che, se si deve scrivere semplicemente una nuova tabella delle partizioni su disco, tutti i dati precedentemente presenti sul disco andrebbero persi.
Il metodo consigliato per impostare un sistema dual boot Linux/Windows è quello di installare prima Windows, utilizzando solo una parte del disco per le sue partizioni. Una volta terminata l'installazione di Windows, avviare l'ambiente di installazione di Linux in cui è possibile creare ulteriori partizioni per Linux, lasciando le partizioni Windows esistenti intatte.
Inoltre, alcuni computer più recenti sono pre-installati con Windows 8, che utilizzerà Secure Boot. Arch Linux attualmente non supporta il Secure Boot, ma è stato riscontrato che alcune installazioni di Windows 8 non si avviano se il Secure Boot è disattivato nel BIOS. In alcuni casi è necessario spegnere sia Secure Boot che Fastboot dalle opzioni del BIOS, in modo da consentire a Windows 8 di avviarsi senza Secure Boot. Tuttavia ci sono potenziali rischi per la sicurezza spegnendo Secure Boot per l'avvio di Windows 8. Pertanto, può essere una scelta migliore quella di mantenere l'installazione di Windows 8 intatta e utilizzare un secondo disco rigido indipendente per l'installazione di Linux, che può poi essere ripartizionato da zero utilizzando una tabella di partizioni GPT. Una volta fatto ciò, la creazione di più partizioni ext4/FAT32/swap sul secondo disco può essere il modo migliore di proseguire se il computer dispone di due unità a disposizione. Questo non è spesso facile o possibile su un piccolo computer portatile. Attualmente, Secure Boot non è ancora in uno stato completamente stabile per il funzionamento affidabile, anche p,-er le distribuzioni Linux che lo supportano.
Se avete già effettuato questa procedura, si proceda con Montare le partizioni.
In caso contrario, vedere il seguente esempio.
Esempio
L'attuale supporto di installazione di Arch Linux include i seguenti tool di partizionamento: fdisk
, gdisk
, cfdisk
, cgdisk
, parted
.
Il sistema di esempio conterrà una partizione root da 15 GB, e una partizione home per lo spazio su disco rimanente. Scegliere MBR o GPT. Non scegliere entrambi!
Si sottolinea ancora una volta che il partizionamento è una scelta personale e questo esempio è solo a scopo illustrativo. Si consulti la pagina sul partizionamento.
Usando cgdisk per creare le partizioni GPT
# cgdisk /dev/sda
- Root
- Scegliere New (o premere
N
) - premereEnter
per il primo settore (2048) - Digitare la grandezza in15G
- premereEnter
per il codice esadecimale di default (8300) - premereEnter
per lasciare vuoto il nome della partizione.
- Home
- Muoversi col tasto freccia in basso selezionando lo spazio libero
- Scegliere
New
(o premereN
) - premereEnter
per il primo settore - premereEnter
per utilizzare tutto lo spazio rimanente sul disco (oppure indicare la grandezza desiderata, per esempio30G
) - premereEnter
per il codice esadecimale di default (8300) - premereEnter
per lasciare vuoto il nome della partizione.
Ecco come dovrebbe apparire:
Part. # Size Partition Type Partition Name ---------------------------------------------------------------- 1007.0 KiB free space 1 15.0 GiB Linux filesystem 2 123.45 GiB Linux filesystem
Ricontrollate tutto il lavoro e assicuratevi che le dimensioni delle partizioni, così come la tabella delle partizioni, siano quelle volute, prima di continuare.
Se volete ricominciare da capo, si può semplicemente selezionare Quit (o premere Q
) per uscire senza salvare le modifiche e quindi riavviare cgdisk.
Se si è soddisfatti, selezionare Write (o premere Shift+W
) per finalizzare e scrivere la tabella delle partizioni sul disco. Premere yes
e scegliere Quit ( o premere Q
) per uscire da cfdisk, senza apportare più modifiche.
Usare fdisk per creare le partizioni MBR
Eseguire fdisk con:
# fdisk /dev/sda
Creare la tabella delle partizioni:
-
Command (m for help):
tipoo
e premereEnter
Creare la prima partizione:
-
Command (m for help):
digitaren
e premereEnter
- Tipo di partizione:
Select (default p):
premereEnter
-
Partition number (1-4, default 1):
premereEnter
-
First sector (2048-209715199, default 2048):
premereEnter
-
Last sector, +sectors or +size{K,M,G} (2048-209715199....., default 209715199):
digitare+15G
e premereEnter
Creare la seconda partizione:
-
Command (m for help):
digitaren
e premereEnter
- Tipo di partizione:
Select (default p):
premereEnter
-
Partition number (1-4, default 2):
premereEnter
-
First sector (31459328-209715199, default 31459328):
premereEnter
-
Last sector, +sectors or +size{K,M,G} (31459328-209715199....., default 209715199):
premereEnter
Anteprima della nuova tabella delle partizioni :
-
Command (m for help):
digitarep
e premereEnter
Disk /dev/sda: 107.4 GB, 107374182400 bytes, 209715200 sectors Units = sectors of 1 * 512 = 512 bytes Sector size (logical/physical): 512 bytes / 512 bytes I/O size (minimum/optimal): 512 bytes / 512 bytes Disk identifier: 0x5698d902 Device Boot Start End Blocks Id System /dev/sda1 2048 31459327 15728640 83 Linux /dev/sda2 31459328 209715199 89127936 83 Linux
Scrivere le modifiche sul disco :
-
Command (m for help):
digitarew
e premereEnter
Se tutto è andato buon fine fdisk mostrerà il seguente messaggio :
The partition table has been altered! Calling ioctl() to re-read partition table. Syncing disks.
Nel caso in cui non funzioni, vuol dire che fdisk ha rilevato un errore, è possibile utilizzare il comando q
per uscire.
Creare filesystem
Il semplice partizionamento non è sufficiente, utilizzare l'utility mkfs
per formattare le partizioni con un File Systems. Per formattare le partizioni con filesystem ext4
:
# mkfs.ext4 /dev/sda1 # mkfs.ext4 /dev/sda2
Se si è creata una partizione dedicata per swap (code 82), non si dimentichi di formattarla e attivarla con:
# mkswap /dev/sdaX # swapon /dev/sdaX
Per UEFI , è necessario formattare la partizione di sistema EFI (ad esempio /dev/sdXY) con :
# mkfs.fat -F32 /dev/sdXY
Montare le partizioni
Ogni partizione è identificata con un suffisso numerico. Ad esempio, sda1
specifica la prima partizione del primo disco, mentre sda
indica l'intero disco.
Per visualizzare lo schema delle partizioni correnti:
# lsblk -f
Fate attenzione, perché l'ordine di montaggio è importante. Per prima cosa, montare la partizione di root su /mnt
. Seguendo l'esempio precedente (il vostro potrebbe essere diverso):
# mount /dev/sda1 /mnt
In seguito montare la partizione /home
e qualsiasi altra partizione separata (/boot
, /var
, etc. ), se ne avete.
# mkdir /mnt/home # mount /dev/sda2 /mnt/home
Nel caso si abbia una scheda madre UEFI, montare la partizione di sistema EFI sul proprio punto di montaggio preferito (nell'esempio useremo /boot
)
# mkdir /mnt/boot # mount /dev/sdXY /mnt/boot
Selezionare un mirror
Prima di procedere è necessario modificare il file mirrorlist
e inserire il vostro mirror preferito in cima alla lista . una copia di questo file sarà pure installato sul vostro nuovo sistema da pacstrap
, quindi conviene impostarlo come si deve.
# nano /etc/pacman.d/mirrorlist
## ## Arch Linux repository mirrorlist ## Sorted by mirror score from mirror status page ## Generated on 2012-MM-DD ## Server = http://mirror.example.xyz/archlinux/$repo/os/$arch ...
Se si desidera, è possibile rendere il mirror copiato l'unico disponibile e cancellare tutte le altre linee, ma di solito è una buona idea averne qualcuno in più, nel caso in cui il primo risulti offline.
Installare il sistema base
Il sistema base viene installato tramite l'ausilio dello script pacstrap. L'opzione -i
può essere omessa se si desidera installare tutti i pacchetti del gruppo base senza chiedere conferma. Si consiglia inoltre di includere base-devel, avrete bisogno di questi pacchetti se ci vogliono compilare da AUR .
# pacstrap -i /mnt base
Questo vi consentirà di avere un sistema base di Arch Linux. Altri pacchetti possono essere installati in seguito tramite pacman.
Generare il file fstab
Generare un file fstab con il seguente comando. Saranno utilizzati gli UUID
perché hanno alcuni vantaggi (si veda Identificare i filesystem). Se invece si preferisce utilizzare le etichette, sostituire l'opzione -U
con il parametro -L
.
# genfstab -U -p /mnt >> /mnt/etc/fstab # nano /mnt/etc/fstab
Alcune considerazioni :
- L'ultimo campo determina l'ordine in cui le partizioni vengono controllati all'avvio: utilizzare
1
per la partizione di root (non-btrfs
), che verranno controllati per prima;2
per tutte le altre partizioni che verranno controllare all'avvio; e0
per non effettuare nessun controllo (si veda Definizione dei campi). - Tutte le partizioni con filesystem btrfs devono avere valore
0
in questo campo. Solitamente anche la partizione di swap viene impostata con valore0
.
Effettuare Chroot e configurare il sistema di base
Successivamente bisogna entrare tramite chroot nel vostro nuovo sistema installato.
# arch-chroot /mnt /bin/bash
In questa fase dell'installazione, sarà possibile configurare i file di configurazione principali del proprio sistema base di Arch Linux. Questi possono essere creati, se non esistono, o modificati, se si desidera modificare le impostazioni predefinite .
Seguire da vicino e comprendere questi passaggi è di fondamentale importanza per garantire un sistema configurato correttamente.
Locale
I Locale sono utilizzati da glibc ed altri programmi o librerie per generare le localizzazioni specifiche, il rendering del testo, i simboli specifici della lingua, visualizzare correttamente i valori monetari regionali, ora e formato della data, idiosincrasie alfabetiche, e le altre impostazioni internazionali specifiche.
Ci sono due file che hanno bisogno di essere modificati: locale.gen
e locale.conf
.
Decommentate le righe necessarie. Rimuovere il simbolo #
davanti alle stringhe che si intende attivare. Utilizzare la codifica UTF-8
è molto più raccomandato rispetto alla codifica ISO-8859
:
# nano /etc/locale.gen
#is_IS ISO-8859-1 #it_CH.UTF-8 UTF-8 #it_CH ISO-8859-1 it_IT.UTF-8 UTF-8 #it_IT ISO-8859-1 #it_IT@euro ISO-8859-15 #iu_CA UTF-8 #iw_IL.UTF-8 UTF-8
Generate i locale(i) specificati in precedenza in /etc/locale.gen
:
# locale-gen
Creare il file /etc/locale.conf
sostituendo la localizzazione scelta:
# echo LANG=it_IT.UTF-8 > /etc/locale.conf
# export LANG=it_IT.UTF-8
Mappatura e Font per la Console
Se avete impostato una mappatura della tastiera all'inizio del processo di installazione, caricarlo ora, poiché l'ambiente è cambiato. Per esempio :
# loadkeys it # setfont Lat2-Terminus16
Per rendere disponibili le modifiche dopo il riavvio, editare il file /etc/vconsole.conf
(crearlo se non esiste).
# nano /etc/vconsole.conf
KEYMAP=it FONT=Lat2-Terminus16
-
KEYMAP
- Si prega di notare che questa impostazione è valida solo per le TTY, non per tutti i gestori di finestre grafici o per Xorg.
-
FONT
- I font disponibili per la console sono elencati in/usr/share/kbd/consolefonts/
. Il valore predefinito (vuoto) è sicuro. ma alcuni caratteri stranieri possono apparire come quadrati bianchi o altri simboli. Si consiglia di cambiare comeLat2-Terminus16
. Poiché, come citato in/usr/share/kbd/consolefonts/README.Lat2-Terminus16
, dovrebbe sostenere "circa 110 gruppi linguistici".
- Opzione aggiuntiva
FONT_MAP
- Definisce la mappatura per la console da caricare con il programma setfont al boot. Si leggaman setfont
. Il valore predefinito (vuoto) o la sua rimozione è sicura e non crea problemi.
Si veda Font per Console e man vconsole.conf
per avere maggiori informazioni.
Time zone
I fusi orari disponibili e le regioni possono essere trovati nelle directory /usr/share/zoneinfo/<Zone>/<SubZone>
.
Per poter visualizzare le zone disponibili, controllando la directory /usr/share/zoneinfo/
:
# ls /usr/share/zoneinfo/
Allo stesso modo potete controllare il contenuto della directory appartenente ad una SubZone:
# ls /usr/share/zoneinfo/Europe
Creare un collegamento simbolico a /etc/localtime
con il file corrispondente alla vostre esigenze, /usr/share/zoneinfo/<Zone>/<SubZone>
, usando questo comando:
# ln -s /usr/share/zoneinfo/<Zone>/<SubZone> /etc/localtime
Esempio:
# ln -s /usr/share/zoneinfo/Europe/Rome /etc/localtime
Hardware clock
Impostare la modalità orologio hardware in modo uniforme tra i sistemi operativi sulla stessa macchina. Altrimenti l'orario può essere sovrascritto e causare sfasamenti di orario.
Potete generare il file /etc/adjtime
automaticamente utilizzando uno dei seguenti comandi:
- UTC (raccomandato)
-
# hwclock --systohc --utc
- localtime (Altamente Sconsigliato) - utilizzato di default in Windows.
-
# hwclock --systohc --localtime
Moduli del Kernel
Per aggiungere i moduli del kernel da caricare durante l'avvio, creare un file *.Conf
in /etc/modules-load.d/
, con un nome in base al programma che li utilizza .
# nano /etc/modules-load.d/virtio-net.conf
# Carica il modulo 'virtio-net.ko' al boot. virtio-net
Se ci sono più moduli da caricare per *.conf
, I nomi dei moduli possono essere separati andando a capo. Un buon esempio risulta VirtualBox Guest Additions.
Le righe vuote e linee il cui primo carattere è #
o ;
, vengono ignorate.
Hostname
Impostare l'hostname a vostro piacimento (ad esempio "arch"):
# echo myhostname > /etc/hostname
Configurare la rete
È necessario configurare la rete ancora una volta, ma questa volta per l'ambiente appena installato. La procedura e prerequisiti sono molto simili a quella descritta precedentemente, eccetto che stiamo per renderla persistente ed eseguita automaticamente all'avvio.
Reti Wired
IP Dinamico
- Utilizzando dhcpcd
Se si utilizza solo un singolo collegamento di rete fissa cablata, non avete bisogno di un servizio di gestione della rete e si può semplicemente attivare il servizio dhcpcd
.
# systemctl enable dhcpcd.service
- Utilizzando netctl
Copiare un profilo campione da /etc/netctl/examples
a /etc/netctl
:
# cd /etc/netctl # cp examples/ethernet-dhcp rete_domestica
Modificare il profilo in base alle proprie esigenze (impostando Interface
da eth0
all'ID del proprio adattatore di rete, mostrato eseguendo ip link
) :
# nano rete_domestica
Abilitare il profilo rete_domestica
:
# netctl enable rete_domestica
- Utilizzando netctl-ifplugd
In alternativa, è possibile utilizzare il servizio netctl-ifplugd
, che gestisce con egregiamente le connessioni dinamiche a nuove reti:
Installare ifplugd, che è richiesto per net-auto-wired
:
# pacman -S ifplugd
Quindi attivare per l'interfaccia che si desidera:
# systemctl enable netctl-ifplugd@<interfaccia>.service
Ip Statico
- Connessione manuale al boot utilizzando netctl
Copiare un profilo di esempio da /etc/netctl/examples
a /etc/netctl
:
# cd /etc/netctl # cp examples/ethernet-static rete_domestica.
Modificare il profilo in base alle proprie esigenze (impostando Interface
, Addr
, Gateway
e DNS
):
# nano rete_domestica
- Si noti la
/24
inAddress
che è la notazione CIDR della netmask255.255.255.0
.
Abilitare il profilo creato sopra per avviarlo ad ogni avvio:
# netctl enable rete_domestica
- Connessione manuale al boot utilizzando systemd
Vedere Network configuration#Manual connection at boot using systemd.
Reti Wireless
Installare iw e wpa_supplicant, che saranno necessari per stabilire una connessione di rete.
# pacman -S iw wpa_supplicant
Aggiungere connessioni wireless
- Utilizzando wifi-menu
Installare dialog, che è richiesto per usare wifi-menu
:
# pacman -S dialog
Dopo aver terminato il resto di questa installazione e riavviato il sistema, è possibile collegarsi alla rete con wifi-menu nome_interfaccia
(dove nome_interfaccia
è l'interfaccia del vostro chipset wireless).
# wifi-menu nome_interfaccia
- Utilizzando un profilo con netctl
Copiare un profilo di rete da /etc/netctl/examples
a /etc/netctl
:
# cd /etc/netctl
# cp examples/wireless-wpa rete_wireless
Modificare il profilo in base alle vostre necessità (modificando Interface
, ESSID
e Key
):
# nano rete_wireless
Per attivare il profilo creato sopra e avviarlo ad ogni avvio :
# netctl enable rete_wireless
Connettersi automaticamente a reti conosciute
Installare wpa_actiond, il quale è richiesto da netctl-auto
:
# pacman -S wpa_actiond
Abilitare il servizio netctl-auto
, che si collegherà alle reti conosciute, e gestirà ordinatamente il roaming e la disconnessione:
# systemctl enable netctl-auto@nome_interfaccia.service
Modem analogici, ISDN o PPPoe DSL
Per attivare una connessione a modem xDSL, dial-up e ISDN, consultare il wiki Direct Modem Connection.
Creare un ambiente iniziale ramdisk
Qui è necessario impostare i giusti hooks se root risiede su un disco USB, se si utilizza un sistema RAID, LVM, o se /usr
è in una partizione separata.
Modificare /etc/mkinitcpio.conf
in base alle proprie esigenze e ri-generare l'immagine initramfs con
# mkinitcpio -p linux
Impostare la password di Root
Potete impostare la password di root con
# passwd
Installare e configurare un bootloader
Schede Madri BIOS
Per i sistemi BIOS sono disponibili diversi bootloader, vedere Boot loaders per una lista completa. : syslinux e GRUB. Si scelga il bootloader secondo le vostre esigenze. Qui , diamo due delle possibilità come esempi :
- Syslinux è (attualmente) limitato a caricare solo i file dalla partizione in cui è stato installato. Il suo file di configurazione è considerato più facile da capire. Esempi di configurazione possono essere trovati qui.
- GRUB è più ricco di funzionalità e supporta scenari più complessi. Il suo file di configurazione è più simile ad un linguaggio di scripting 'sh', e modificarli manualmente può essere difficile per i principianti. Si raccomanda di generarne automaticamente uno.
Syslinux
Se avete optato per una tabella di partizione GUID (GPT) per il disco rigido in precedenza, è necessario installare il pacchetto gptfdisk ora per far si che l'installazione di syslinux abbia successo.
# pacman -S gptfdisk
Installare il pacchetto syslinux e successivamente utilizzare lo script syslinux-install_update
per installare automaticamente il bootloader (-i
), marcare la partizione come active impostandola con il flag di boot (-a
), e installarlo sul codice di avvio MBR (-m
):
# pacman -S syslinux # syslinux-install_update -i -a -m
Configurare il file syslinux.cfg
per puntare alla giusta partizione di /root
. Questo passaggio è fondamentale. Se dovesse puntare alla partizione sbagliata, Arch Linux non si avvierà. Cambiare /dev/sda3
in modo che coincida con la vostra partizione root designata (se avete partizionato il disco come abbiamo fatto nell'esempio, la vostra partizione di root sarà /dev/sda1
). Fare lo stesso per la voce fallback.
# nano /boot/syslinux/syslinux.cfg
... LABEL arch ... APPEND root=/dev/sda3 rw ...
Per di ulteriori informazioni su come configurare e utilizzare Syslinux, consultare la pagina Syslinux.
GRUB
Installare il pacchetto grub e quindi eseguire grub-install
per installare il bootloader:
# pacman -S grub # grub-install --target=i386-pc --recheck /dev/sda
Mentre è possibile utilizzare un file grub.cfg
creato manualmente, si raccomanda per i principianti di generarne uno automaticamente:
# grub-mkconfig -o /boot/grub/grub.cfg
Per di ulteriori informazioni su come configurare e utilizzare GRUB, si veda la pagina GRUB.
Per schede madri con UEFI
Per i sistemi UEFI, sono disponibili diverse opzioni. Una lista completa delle opzioni è disponibile alla pagina Boot loaders. Potreste scoprire che alcune opzioni funzionano, mentre altre no. In caso contrario, sceglierne uno secondo la vostra convenienza. Qui, diamo due delle possibilità come esempi :
- gummiboot è un semplice boot manager che fornisce fondamentalmente un menu dei kernel per EFISTUB e altre applicazioni UEFI. Questo è il metodo di avvio UEFI consigliato.
- GRUB è un bootloader più completo, utile se si hanno problemi ad eseguire Gummiboot.
Gummiboot
Recentemente systemd, ha integrato al proprio interno gummiboot, per cui non è più necessario installare alcun pacchetto
# mount -t efivarfs efivarfs /sys/firmware/efi/efivars # ignorare se già montato # bootctl --path=/boot/$esp install
Sarà necessario creare manualmente un file di configurazione per aggiungere una voce per Arch Linux per il manager gummiboot. Creare /boot/loader/entries/arch.conf
e aggiungere i seguenti contenuti, sostituendo /dev/sdaX
con la vostra partizione di root, di solito /dev/sda2
:
# nano /boot/loader/entries/arch.conf
title Arch Linux linux /vmlinuz-linux initrd /initramfs-linux.img options root=/dev/sdaX rw
Per ulteriori informazioni su come configurare ed utilizzare gummiboot, consultare Gummiboot.
GRUB
Installare i pacchetti grub e efibootmgr, ed eseguire grub-install
per installare il bootloader :
# mount -t efivarfs efivarfs /sys/firmware/efi/efivars # ignora se già montato # pacman -S grub efibootmgr # grub-install --target=x86_64-efi --efi-directory=/boot --bootloader-id=arch_grub --recheck
Poi, creare manualmente un file grub.cfg
è assolutamente indicato, si raccomanda che i principianti ne generino automaticamente uno:
{{Suggerimento|Per la ricerca automatica di altri sistemi operativi sul computer, installare os-prober, tuttavia os-prober è noto per non riuscire a rilevare correttamente tutti i sistemi operativi in ambiente UEFI.
# grub-mkconfig -o /boot/grub/grub.cfg
Per ulteriori informazioni sulla configurazione e l'utilizzo di GRUB, vedere GRUB.
Smontare le partizioni montate
Uscire dall'ambiente chroot:
# exit
Precedentemente, come esempio, si sono montate le partizioni sotto /mnt
. In questa fase procedere a smontarle tutte.
# umount -R /mnt
Riavviare il computer:
# reboot
Post-Installazione
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato con quello che si desidera o in base ai vostri scopi. Se siete nuovi a Linux , potrebbe essere utile dare uno sguardo alle principali utility in dotazione con il nuovo sistema.
Gestione Utenti
Aggiungere gli account utente che si desiderano, oltre a root, come descritto in Gestione degli utenti. Non è consigliabile utilizzare l'account di root per un uso regolare, o esporlo tramite SSH su un server. L'account di root deve essere utilizzato solo per le attività amministrative.
In un tipico sistema desktop per aggiungere un nuovo utente denominato archie specificando bash come shell di login
# useradd -m -s /bin/bash archie
Questo comando creerà automaticamente un gruppo denominato archie
con lo stesso GID pari all' UID dell'utente archie
e ne fa di questo il gruppo predefinito dell'utente archie
al login.
Altri scenari sono possibili, si veda Utenti e gruppi per maggiori dettagli e potenziali rischi per la sicurezza.
Gestione dei pacchetti
Pacman è il package manager di Arch Linux. Si faccia riferimento alla pagina di Pacman e alle relative FAQ per le risposte inerenti l'aggiornamento, l'installazione e la gestione dei pacchetti.
Poichè il metodo Arch prevede la correttezza del codice oltre la convenienza, prima di effettuare un aggiornamento del sistema è indispensabile mantenersi aggiornati con i cambiamenti in Arch Linux che richiedono un intervento manuale. Questo può essere fatto iscrivendovi alla arch-announce mailing list o controllando la pagina Arch news. In alternativa, può essere utile iscriversi a questo feed RSS o seguire @archlinux su Twitter.
Se si è installato Arch Linux x86_64, si consiglia di abilitare il deposito [multilib] , se si pensa di utilizzare le applicazioni a 32 bit .
Si veda Repositories Ufficiali per dettagli maggiori su ogni deposito.
Gestione dei servizi
Arch Linux utilizza systemd come metodo di init, che oltre al sistema di init è il responsabile della gestione dei servizi per Linux. Per il mantenimento della vostra installazione di Arch Linux, è caldamente consigliato imparare le basi su del suo funzionamento. L'interazione con systemd è garantita tramite il comando systemctl
. Si legga il paragrafo Uso base di systemctl per ulteriori informazioni.
Audio
ALSA di solito funziona tranquillamente, ha solo bisogno di essere riattivato. Installare alsa-utils (il quale fornisce alsamixer
) e seguire queste istruzioni.
ALSA è incluso con il kernel e si consiglia di provarlo per primo. Tuttavia, se non funziona, OSS è una valida alternativa. Se si dispone di avanzati requisiti di audio, si dia un'occhiata alla pagina Audio per una panoramica dei diversi articoli.
Graphical User Interface (interfaccia grafica utente)
Installare X
L'X Window System (comunemente chiamato X11, o semplicemente X) consente di disegnare su schermo le finestre. Fornisce il toolkit standard per visualizzare interfacce utente grafiche (Graphical User Interface, GUI).
Per installare i pacchetti base di Xorg:
# pacman -S xorg-server xorg-server-utils xorg-xinit
Installare mesa per il supporto 3D:
# pacman -S mesa
Installare un driver video
Il kernel Linux include driver video open-source e il supporto per il framebuffer hardware accelerato. Tuttavia, il supporto in spazio utente è necessario per OpenGL e l'accelerazione 2D in X11 .
Se non si conosce la scheda grafica disponibile sul vostro computer, è possibile eseguire:
$ lspci | grep VGA
Per una lista completa di driver video open-source, cercare nel database dei pacchetti:
$ pacman -Ss xf86-video | less
Il driver vesa
è un generico mode-setting driver che funziona con quasi tutte le GPU, ma non fornisce alcuna accelerazione 2D o 3D. Se un driver migliore non può essere trovato o non viene caricato, Xorg ripiegherà a vesa . Per installarlo:
# pacman -S xf86-video-vesa
Al fine di poter usufruire dell'accelerazione video per lavorare, e spesso per poter usufruire di tutte le modalità che la GPU può impostare, è necessario un driver video corretto. Si veda Xorg_(Italiano)#Installazione_dei_Driver per una tabella dei driver video più frequentemente utilizzati.
Installare driver di input
Udev dovrebbe essere in grado di rilevare l'hardware senza problemi. Il driver evdev
(xf86-input-evdev) è il moderno driver di input hot-plugging per quasi tutti i dispositivi, quindi, nella maggior parte dei casi, l'installazione di driver di input specifici non è più necessaria. A questo punto evdev
è già astato installato come dipendenza del pacchetto xorg-server.
Gli utenti notebook (o utilizzatori di un touchscreen) avranno inoltre bisogno del pacchetto xf86-input-synaptics per permettere ad X di configurare il touchpad/touchscreen:
# pacman -S xf86-input-synaptics
Per maggiori informazioni su particolari configurazioni o riguardo alla risoluzione di problemi nella configurazione del touchpad, consultare il wiki Touchpad Synaptics.
Configurare X
Xorg contempla l'auto-configurazione. Pertanto, in molti casi, potrebbe tranquillamente funzionare senza l'ausilio di un file xorg.conf
. Se si desidera configurare il Server X, consultare la documentazione di Xorg.
Potrebbe essere necessario impostare un Qui è possibile impostare un [[layout per la tastiera se non si utilizza una tastiera standard US.
Testare X
Installare un Ambiente di test predefinito.
# pacman -S xorg-twm xorg-xclock xterm
Se Xorg è stato installato prima della creazione del proprio utente non-root e si avrà un modello di file .Xinitrc
vuoto nella propria $HOME che è necessario eliminare o commentare in modo da avviare un ambiente desktop. Semplicemente eliminandolo X avvierà l'esecuzione di un ambiente predefinito installato.
$ rm ~/.xinitrc
Per avviare una sessione (di test) di Xorg, eseguire:
$ startx
Alcune finestre mobili dovrebbe apparire, e il vostro mouse dovrebbe funzionare correttamente. Una volta verificato che l'installazione X è stato un successo, si può uscire da X con il comando exit
al prompt e si ritornerà alla console.
$ exit
Se lo schermo dovesse diventare nero, si può provare a spostarsi su un'altra console virtuale (CTRL-Alt-F2
ad esempio), ed effettuare un login "cieco" come root, premendo poi Enter
, ed immettendo la password di root confermata di nuovo con Enter
.
Si può anche provare a terminare la sessione X con /usr/bin/pkill
(si noti che è una X maiuscola):
# pkill X
Se pkill non funziona, riavviare alla cieca con:
# reboot
In caso di errori
Se si verificano problemi, cercare gli errori in Xorg.0.log
. Al suo interno si ricerchino le linee che iniziano con (EE)
che rappresentano gli errori, ed anche (WW)
che sono avvertimenti che potrebbero indicare altri problemi.
$ grep EE /var/log/Xorg.0.log
Se dopo aver consultato l'articolo inerente la configurazione di Xorg si hanno ancora dei problemi e si necessita di richiedere assistenza sul forum di Arch o sul canale IRC, ci si assicuri di installare e utilizzare wgetpaste, postando anche i collegamenti dei seguenti file:
# pacman -S wgetpaste $ wgetpaste ~/.xinitrc $ wgetpaste /etc/X11/xorg.conf $ wgetpaste /var/log/Xorg.0.log
Font
Si potrebbe desiderare di installare un set di caratteri TrueType, in quanto solo font bitmap non scalabili sono inclusi di default. Tuttavia, se si utilizza un Ambiente Desktop completo come KDE, questo passaggio potrebbe non essere necessario. Dejavu è un font di uso generico di alta qualità e con una buona copertura Unicode :
# pacman -S ttf-dejavu
Fare riferimento a Font Configuration per sapere come configurare il rendering dei font e a Fonts per i suggerimenti sui tipi di caratteri e le istruzioni di installazione.
Scegliere ed installare una interfaccia grafica
Mentre il sistema X Window fornisce il quadro di base per la costruzione di una Graphicals User Interface (GUI).
- Un Window Manager (Gestore delle finestre) controlla il posizionamento e l'aspetto delle finestre dell'applicazione in combinazione con il sistema X Window.
- Un Desktop Environment (Ambiente desktop), lavora in cima e in collaborazione con X, per fornire una completa interfaccia grafica funzionale e dinamica. Un ambiente desktop contiene in genere un gestore di finestre, icone, applets, finestre, barre degli strumenti, cartelle, wallpapers, una suite di applicazioni e capacità come il drag and drop.
Al posto di lanciare X manualmente tramite startx
da xorg-xinit, si veda Display Manager per le istruzioni su come utilizzare un gestore grafico delle sessioni, oppure si veda Far partire X al boot per l'utilizzo di un terminale virtuale esistente come equivalente ad un display manager ..
Appendice
Per un elenco dei programmi maggiormente utilizzati e si veda l'articolo Lista delle Applicazioni.
Si veda anche Raccomandazioni Generali per consigli post-installazione, come la configurazione del touchpad o il rendering dei font.